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al testo di Loredana Savelli
Quasi un mito
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Un fruscìo, sopra e sotto la terra, l’onda si gonfia fino al morbido schianto. La luce fa il suo corso poi si consegna. E fu sera e fu mattina.
Siamo le mani
di un Dio annoiato, la sua m’bira* e il suo canto immenso.
*riferimento ad un mito cosmogonico africano: Dio, annoiato, riceve dall’Immaginazione il consiglio di costruirsi una m’bira (o sanza) e così, ad ogni suono emesso, si origina un elemento o una creatura.
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Alessandra Ponticelli Conti
- 03/07/2013 13:21:00
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Un mito personale e suggestivo della creazione. Anzi, "quasi un mito" perché avvertito intimamente e in una condizione, forse, di dormiveglia o comunque di risveglio, quando si perde la cognizione del tempo: "e fu sera e fu mattina". E in questo abbandonarsi, la percezione di non essere altro che creature nate per caso dallimmaginazione di un Dio annoiato. Davvero molto bella, Loredana. (Mi auguro di avere compreso, almeno un po, il senso della poesia!) Un caro saluto Alessandra
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Fiammetta Lucattini
- 02/07/2013 08:40:00
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Contemporaneamente lieve ed incisiva. Abbracci.
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Leonora Lusin
- 02/07/2013 00:28:00
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Ha davvero la dolcezza dei miti antichi di popolazioni remote...
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Domenico Morana
- 01/07/2013 22:22:00
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Mi fa star meglio. Un mito della Cerca che scrive una poesia così, come passeggiando serena su un crinale. Adoro il suono della mbira. Fa tanto Henri Michaux per me.
Bella, bella poesia, veramente, e che inquieta serenità! Ciao Loredana
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